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Sorriso

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giovedì 14 luglio 2011

Insolitamente...... soli

La solitudine è un problema che tocca drammaticamente milioni di persone. La  solitudine può essere banalmente definita come "assenza di compagnia". Questa semplice definizione fa subito comprendere che, la solitudine in sé non può essere considerata un fattore penalizzante.
Non a caso, un celebre proverbio ci suggerisce che è meglio essere soli che male accompagnati. Ciò è però di scarso conforto per tutte quelle persone che, schiacciate dalla solitudine, farebbero qualunque cosa per avere un qualche rapporto umano. Si tratta quindi di capire quando la solitudine è realmente un handicap alla qualità della vita e quando invece è il soggetto che non sa gestirla, ingigantendone gli aspetti negativi senza fruire di quelli positivi.
D'altro canto, molti individui, pur avendo la compagnia di altre persone, si sentono soli . Dovrebbe quindi essere abbastanza evidente che la relazione con altre persone non basta a lenire completamente il senso di solitudine che l'individuo può provare.

""Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita, che poco ci rendiamo conto di questo bisogno, eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale, sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi. Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido.
(K. Horney, I nostri conflitti interni)""

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